Il ricordo di Walter Albisetti

da tuttoDanza
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Sono trascorsi tre anni da quel 31 luglio 2013 quando ricevemmo la notizia del tragico incidente del dott. Walter Albisetti. Un uomo che si è sempre dedicato agli altri, un grande professionista, ma soprattutto un amico…

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Walter Albisetti in Africa.

Walter Albisetti in Africa.

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Dott. Walter Albisetti.

Dott. Walter Albisetti.

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Dott. Walter Albisetti

Dott. Walter Albisetti

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Riportiamo qui di seguito un estratto dal numero cartaceo di Tuttodanza (n. III/2013) pubblicato qualche settimana dopo la scomparsa di Walter Albisetti, con il ricordo anche di Omar De Bartolomeo.

È stato quasi surreale ricevere la telefonata con la notizia di Walter… incredulità… sgomento… Walter, un caro, carissimo amico ha perso tragicamente la vita in un incidente recidendosi l’arteria femorale con una motosega. Walter del quale, come tantissimi, conserviamo tanti bei ricordi, momenti che abbiamo condiviso. Nostro medico di base a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ci illustrava con entusiasmo i suoi studi sulle colonne vertebrali dei danzatori. Walter, che alla nascita del nostro primo figlio, è letteralmente piombato in ospedale a Novara, fuori orario dicendo che lì c’era ricoverata una sua paziente, solo per portare un’enorme mazzo di fiori. Sono così tanti i ricordi, nostri e di tantissimi altri. E in tantissimi gli hanno voluto dare quell’ultimo saluto, in una mattinata di sole d’inizio agosto, affollando la chiesa di Cernusco Lombardone per stringersi intorno alla famiglia. “Voi che rappresentate i tasselli di una vita colorata” sono state le parole del sacerdote. Una vita davvero colorata, diviso tra l’attività di medico e l’insegnamento, tra le sue missioni in Togo, la sua associazione Waves e l’attività agricola in campagna, che tanto amava, ma che gli è stata fatale.

Appena acquisita la testata tuttoDanza dallo stimato prof. Zanibon, contattammo Walter per dar vita con lui a questa rubrica. Era il 1994 ed accettò con entusiasmo. Vogliamo ricordarlo così, pubblicando proprio quei suoi primi articoli sull’argomento “Danza e Medicina” che sempre gli era stato a cuore. E con noi lo ricorda Omar De Bartolomeo, cui lui aveva passato il testimone negli ultimi anni.

Agnese Omodei Salè e Carlo Pesta

La lettera, pubblicata sullo stesso numero, firmata dal suo “allievo” Omar De Bartolomeo:

Ciao Maestro,

ero uno studente, giovane ed inesperto, e con i tuoi insegnamenti quotidiani mi hai condotto fino a consegnarmi ciò che hai creato con le tue mani in tutti i tuoi anni di lavoro.
Mi hai insegnato ad essere prima un uomo, poi un medico e solo dopo un ortopedico.

Mi hai insegnato ad amare il prossimo anche senza aspettarsi mai un “grazie”, ma amare in modo incondizionato la vita e il proprio mestiere.

Mi hai insegnato a dedicare tempo a tutti: alla famiglia, agli amici, ai pazienti, ai più bisognosi, ai “tuoi” bambini africani.

Mi hai fatto partecipe della tua vita, regalandomi la perseveranza, l’onesta, la limpidezza di pensiero, la capacità di scegliere. Al tuo fianco ti ho visto diventare professore associato, direttore di corsi di laurea, docente e interprete sommo della tua missione in ogni congresso, corso universitario e manoscritto. Più di 35 anni fa hai creato il servizio medico per la prevenzione delle patologie del tersicoreo presso la Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala e del Teatro Alla Scala di Milano, promuovendo numerose ricerche e incitandomi a condurle insieme a te. Nella tua estrema generosità che sempre ti ha contraddistinto, come il migliore dei genitori avrebbe fatto, mi hai lasciato il testimone, dandomi la possibilità di camminare da solo, ma sempre con una mano dietro pronta a proteggermi.

Hai sempre vissuto mordendo la vita, coraggioso e lottando contro tutti, contro i pregiudizi, contro chi non avrebbe scommesso nulla su di te, contro chi non ti faceva capace neppure di coltivare un fiore. E invece tu hai dimostrato di riuscire in tutto, persino a costruire ospedali in Africa e a gestire una azienda agricola che dava ortaggi ai mercati del tuo paese natale.

Hai amato la vita e il tuo lavoro, instancabilmente, e hai amato il tuo hobby, l’orto, le piante, la terra… che come dicevi tu “dona senza chiedere”… e proprio l’orto ti ha portato via, drammaticamente!

Nessuno può dimenticarti, nessuno riesce ad abituarsi a questa realtà: non sei più qui con noi, non sei più qui ad incitarci! Non sei più qui a farci crescere, come piantine dell’orto!

Eri sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, per tutti noi! Eri un pensatore libero, una guida, un artista nel teatro della vita che così precocemente ti ha rapito!

Addio caro Maestro… te ne sei andato come sei venuto a me: forte, coraggioso, libero!

Addio caro Maestro…“c’è più tempo che vita” mi dicevi sempre, ma ora, ahimè, tempo e vita non esistono più e resta solo il ricordo del tuo volto sorridente.

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