Per la prima volta la direzione del Teatro Verdi di Pisa ha deciso di rinunciare al contributo ministeriale (non potendo soddisfare il numero di recite richieste), scegliendo invece di ampliare la partnership con la Fondazione Toscana Spettacolo Onlus per la stagione 2016/17. “Una collaborazione importante che ha consentito di mantenere un’offerta di spettacoli di danza in città, di elevato livello artistico e qualitativo, sia pur in presenza di una riduzione del numero dei titoli, e che ci ha permesso anche di poter ospitare un grande evento internazionale: la Compagnia di Carolyn Carlson” spiega Silvano Patacca, direttore artistico del Teatro Verdi.
Partirà il 22 dicembre la stagione di danza al Teatro Verdi di Pisa. Sarà il Balletto del Sud a presentare La bella Addormentata, una pietra miliare del repertorio del balletto classico che richiede poche parole generalmente, ma quella proposta da Fredy Franzutti per l’inaugurazione della rassegna è una versione originale e affascinante della celebre fiaba, definita dal critico Vittoria Ottolenghi «un’idea geniale!».
Nell’edizione classica di Petipa, la trama del balletto deriva da un racconto di Perrault, a sua volta ispirato alla favola Sole, Luna e Talia dello scrittore campano Giambattista Basile. Franzutti si riallaccia proprio al racconto di Basile e riporta la trama nel luogo d’origine, ovvero il Sud del nostro paese. Ciò permette una precisa connotazione di carattere storico e folklorico, ovvero la sostituzione della puntura con il fuso con il morso della tarantola salentina. La Principessa Aurora è una fresca ragazza mediterranea a cui una vecchia maga predice un atroce destino. Sarà la magia della zingarella Lilla e il bacio d’amore di un principe-antropologo, spinto a rintracciare le orme di un’antica leggenda, a destare la fanciulla dal suo sonno centenario.
Il secondo titolo viene affidato ai Kataklò Athletic Dance Theatre, compagnia che da quasi venti anni opera sulla scena italiana ed internazionale con il suo stile unico, ormai noto in tutto il mondo. Eureka, firmato da Giulia Staccioli, si spinge oltre i limiti fisici, oltre il già visto, oltre il conosciuto, oltre la ginnastica, il circo, la danza, il teatro, oltre l’idea di ovvio. Uno spettacolo a quadri la cui forte originalità risiede nell’aprire la scena a cinque persone del pubblico desiderose di far parte in modo attivo e performativo alla riuscita dello show. Non si tratta di spettatori acrobati a cui viene richiesta una preparazione fisica specifica, ma si dà la possibilità a cinque coraggiosi candidati di vivere la scena invece di vederla dalla platea. Ogni replica di Eureka diventa così unica e irripetibile, con la peculiarità di essere arricchita di volta in volta dall’elemento umano nuovo che apporta la propria fisicità, collaborazione, emozione e disponibilità partecipativa.
Altro grande titolo sarà Romeo e Giulietta in programma il 16 febbario sul palcoscenico di Pisa. Questa volta la versione è quella di Davide Bombana, interpretata dallo Junior Balletto di Toscana, una delle giovanili più talentuose a livello europeo. Una nuova produzione in atto unico in linea con il progetto culturale, voluto dalla direttrice Cristina Bozzolini, per la rivisitazione di grandi titoli classici ad opera di coreografi affermati e innovativi. Così Davide Bombana ha accettato la proposta di creare il suo primo Romeo e Giulietta attualizzando un tema intramontabile come quello dei giovani amanti veronesi, oggi tornato vivo per l’intolleranza e gli odi atavici tra etnie e religioni. “La vera tragedia – spiega il coreografo – rimane la sconfitta dell’amore al suo stadio più puro, davanti alla cecità ed alle barbarie dell’odio razziale, del conflitto di ideologie e religioni… Una versione da camera focalizzando e comprimendo il dramma sull’impulso vitale e veemente che solo l’amore e la passione giovanili possono avere”.
Un duetto freschissimo, di sussultante, tragica e comica goffaggine, nato dalla curiosità per le pratiche antiche dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione. Ecco la traccia di E-ink, primo successo della compagnia mk di Michele Di Stefano, nome di punta del teatro performativo e della ricerca coreografica italiana (Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2014), realizzato nel 1999 e rinato grazie all’interessante progetto RIC.CI.. Per la prima volta il pubblico potrà assistere sia allo storico allestimento interpretato dai danzatori di allora, Biagio Caravano e Michele Di Stefano, sia alla riproposizione ricreata per i giovani danzatori di Aterballetto, Damiano Artale e Philippe Kratz; oltre ad un video che documenta questa nuova, intensa rilettura, illustrata dalla stessa ideatrice del progetto.
“E-ink è un duetto interamente scritto, fin nel minimo dettaglio, a tal punto da risultare parossistico e maniacale nella sua abbondanza di segni, ognuno dei quali risponde ad una logica ritmica differente. Mentre ricostruivamo il lavoro per Aterballetto, a distanza di più di quindici anni – afferma il coreografo Di Stefano – è stato soprattutto il corpo a ritrovare l’esattezza di quella scrittura, a rimettere in connessione tutti i particolari scollegati tra di loro per farli ridiventare organici nella loro misteriosa iconografia”. Questo titolo fa parte della stagione del Verdi di Pisa, ma andrà in scena mercoledì 22 febbraio presso la Chiesa di Sant’Andrea.
Sempre nella Chiesa di Sant’Andrea si svolgerà la Serata eXpLo il 4 marzo. Il programma si divide in tre titoli: RE-GARDE, VENUS e 40.000 centimetri quadrati. Con questo spettacolo si da sostegno alla giovane coreografia d’autore nazionale, promossa dal network Anticorpi XL, di cui il Teatro Verdi di Pisa e la Fondazione Toscana Spettacolo sono partner. Quest’anno a Pisa si darà spazio alla toscana Claudia Catarzi, al campano Francesco Colaleo e all’emiliano Nicola Galli. Tre cifre stilistiche differenti, a testimonianza anche dei diversi percorsi formativi, accomunate però dall’originalità del linguaggio. Claudia Catarzi sceglie un impianto scenico ristretto per indagare il tema del limite, concentrandosi sui movimenti di un corpo solo, ridotto all’essenziale, che abita uno spazio specifico. Centimetro per centimetro la danzatrice cerca la sua dimensione, scoprendo la duttilità del corpo e la sua libertà espressiva in una dimensione imposta. Francesco Colaleo indaga a livello drammaturgico la forza delle opposizioni, esplorando il senso della vista. Due uomini, specchio delle loro proiezioni, sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Nicola Galli ci propone, invece, un radicale cambio di prospettiva con Venus, conducendoci in uno scenario celeste dove il movimento di due figure umane disegna morbide linee nell’atmosfera surreale, progettando l’avvicinamento dell’uomo al proibitivo e ostile pianeta Venere.
Arriva per la prima volta, il 30 marzo, al Teatro Verdi una delle più grandi interpreti della danza contemporanea, Carolyn Carlson, dal percorso artistico originale e capace di tratteggiare una calligrafia coreografica irripetibile, con la sua compagnia in Short Stories, tre assoli femminili, suadenti e rarefatti. Apre il solo interpretato dalla stessa Carlson, Black over Red, ispirato all’opera del famoso pittore Mark Rothko. Poesia, musica, luci e danza vibrano insieme nell’opera di Rothko, “una pittura che vi avvolge, che aspira a un’infinita meditazione – annota la coreografa- Le forme quadrate dei suoi lavori sono l’espressione più intensa di una semplicità che rimanda direttamente all’essenziale. Nessuna interpretazione è necessaria”. Céline Maufroid, giovane interprete ma già nell’ensemble da diversi anni, dà vita in Wind Woman al vento, aria capricciosa e mutevole, che ora vivifica e rinfresca, ora devasta e distrugge. Chiude la serata lo stupefacente assolo per Sara Orselli, Mandala, ispirato all’energia del cerchio che simboleggia sia l’universo sia il gesto artistico perfetto, cui si aggiunge il riferimento agli agroglifi, motivi circolari apparsi nei campi di grano. Accompagnata dalla musica intensa e ipnotica di Michael Gordon la ballerina ondeggia, volteggia come un cuore che batte, che pulsa vita nel corpo. Un programma estremamente raffinato e affascinante, secondo quello stile che ha reso la danzatrice e coreografa americana celebre e riconoscibile in tutto il mondo.
L’ultimo appuntamento con la Rassegna di Danza 2017 sarà, come di consueto, la prima nazionale creata dagli eclettici Walter Matteini e Ina Broeckx per la loro imPerfect Dancers Company. La Compagnia, composta da otto danzatori di altissimo livello tecnico e carisma scenico in residenza presso il Teatro Verdi dal 2011, si presenta con una nuova e intensa rilettura di una delle tragedie shakespeariane più famose nel mondo: Hamlet. “La storia di Amleto è un dramma sulla vita e la morte, e sull’ambigua relazione dell’uomo con queste. Si rifà anche alla malinconia e al dubbio. C’è incertezza tra essere e apparire, pensiero e azione. Il dubbio è il suo antagonista. Il tema della vendetta è soltanto un pretesto che Shakespeare utilizza per mescolare tutta una serie di temi universali” scrive lo stesso Matteini. “Le relazioni padre-figlio, madre-figlio; le relazioni amorose nei suoi aspetti poetici ed angelicati (Amleto-Ofelia) e in quelli adulti e carnali (Claudio-Gertrude); le relazioni di forza al vertice di uno stato; la pazzia reale, la pazzia finta, la dissimulazione; la giovinezza e la vecchiaia; l’azione e l’inerzia; il potere è corrotto o il potere corrompe? Le grandi questioni esistenziali “To be or not to be”. Partendo dal testo shakespeariano, la Compagnia vuole compiere insieme al pubblico un cammino attraverso i temi universali che l’opera racchiude in se.”. “Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere.” Amleto, W. Shakespeare. L’appuntamento è previsto per il 6 maggio a conclusione della stagione di Danza stagione 2016/2017.