Un altro lutto nel mondo della danza: lo scorso 18 marzo è morta Trisha Brown, icona della danza contemporanea.
Il tweet della compagnia di Trisha Brown “È con profonda tristezza che diamo l’annuncio della morte, al termine di una lunga malattia” ha fatto il giro del mondo suscitando un profondo cordoglio per la scomparsa dell’ottantenne coreografa americana, avvenuta il 18 marzo in Texas a Sant’Antonio, a pochi mesi da quella del marito, l’artista Burt Barr che con lei aveva collaborato. La sua morte avviene a poche ore di distanza da quella del coreografo britannico Geoffrey Cauley, scomparso lo scorso 17 marzo a Forte dei Marmi.
Da tempo si sapeva che le condizioni di salute della grande danzatrice e coreografa americana si erano purtroppo aggravate. Con lei se ne è andata una vera icona della danza contemporanea: fantasiosa e innovativa, sperimentale e ribelle. La prima a portare la danza al di fuori di luoghi convenzionali con ballerini in jeans o scalzi, a contaminare i linguaggi intrecciando la danza con le altre arti, a utilizzare – o non utilizzare – la musica al di fuori dei soliti schemi.
Chi era Trisha Brown
Trisha Brown nasce ad Aberdeen, nello stato di Washington, il 25 novembre del 1936. Nel 1958 si diploma in danza e nel 1960 si trasferisce a New York dove studia con Merce Cunningham. Nel 1970 fonda la sua compagnia, fino al 1979 formata da sole donne. Dagli anni ’70 al 2011 crea oltre 100 coreografie e 6 opere. Il suo stile fatto di slanci e salti, ricco di energia, vivo e di grande impatto conquista artisti in tutto il mondo