Gli spettacoli della Biennale Danza 2017
Fra le figure più originali e che maggiormente stanno catalizzando l’attenzione della stampa internazionale, Dana Michel, afroamericana di Ottawa, Leone d’argento 2017, è per la prima volta a Venezia e alla Biennale Danza. Dana Michel è un’artista che fa della propria autobiografia motivo di ricerca:“lavorare attingendo alla propria esperienza personale è la strada migliore per raggiungere un’auto-consapevolezza e per creare una significativa connessione con gli altri”, dichiara. I suoi lavori si caratterizzano per una sorta di “bricolage post culturale” dove momenti live, manipolazione di oggetti, frammenti di storia personale, desideri, preoccupazioni del momento creano un centrifugato di esperienza empatico tra l’artista e gli spettatori. Come in Yellow Towel (27 giugno, Tese dei Soppalchi, 19.30), in prima italiana, in cui la Michel stigmatizza e capovolge gli stereotipi della cultura black.
A un’altra figura importante della danza contemporanea, Xavier Leroy, la Biennale riserva lo spazio di tre assoli raccolti, per la prima volta, in un’unica serata come una biografia artistica. E’ con Leroy, campione dell’anti-coreografia europea, che la danza si fa spazio mentale, filosofico, ricerca scientifica. Frutto di un pensiero radicale che rifiuta il teatro di rappresentazione, l’anti-coreografia trova espressione in operazioni concettuali o si risolve in gesti ironici dove tutto è danza. Come accade nei tre lavori solisti: Self Unfinished, Produit de Circumstances, Sacre du Printemps.
Conclude l’edizione 2017 della Biennale Danza uno spettacolo ricco di echi: Gustavia (1 luglio, Teatro alle Tese), frutto della complicità tra Mathilde Monnier, capofila della danza francese, e La Ribot, performer madrilena trapiantata a Ginevra, nota per la serie dei “Distinguished Pieces”. Gustavia è un unico personaggio femminile portato in scena da due donne, un ritratto bifronte, giocato sui toni della comicità e dell’ironia.