Grande emozione per il debutto del Trittico al Teatro alla Scala

da tuttoDanza
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Roberto Bolle in prova. © Ph. Marco Brescia e Rudy Amisano, Teatro alla Scala.

Mancano ormai poche ore all’apertura dal sipario al Teatro alla Scala: questa sera alle ore 20 debutterà l’atteso trittico Mahler 10 / Petite Mort / Bolero. Un appuntamento che ha destato particolare interesse fin dalla presentazione della stagione scaligera lo scorso maggio e che si prospetta come uno spettacolo molto emozionante anche a detta degli stessi artisti coinvolti. Ricordiamo che i biglietti per lo spettacolo sono in vendita anche attraverso l’app TuttoDanza!

Durante la conferenza stampa tenutasi lo scorso 7 marzo presso la Sala Gialla del Teatro alla Scala l’aria che si respirava era entusiasta e in fermento, quasi non si vedesse l’ora di mostrare al pubblico il lavoro prodotto.

Aszure Barton, presentata dal Direttore del Corpo di Ballo Frédéric Olivieri, ha raccontato la genesi della sua coreografia: “Per un anno mi sono promessa di ascoltare per 4 volte al giorno la musica composta da Mahler. Spesso uscivo a camminare e, ascoltando la musica, cercavo di interiorizzarla e collegarla ai colori, alle atmosfere che vedevo in quel momento ad un livello molto profondo, dialogando con la mia anima. È stato quasi un approccio fisico, poi diventato artistico lavorando con il mio team e i ballerini già dallo scorso settembre. Sin dalle prime prove ho sentito particolare sintonia con alcuni di loro, specialmente con Virna Toppi e Antonino Sutera.

Scenicamente, pensando sempre alla musica così coinvolgente, ho pensato ad uno spazio circolare, cercando di creare un’atmosfera più intima e raccolta, riflettendo idealmente la stessa disposizione della sala del teatro a ferro di cavallo.

La coreografia è scaturita invece dalle risposte fisiche dei ballerini.

 

Antonino Sutera e Virna Toppi

Tutti noi abbiamo scelto 8 momenti della nostra vita personale – precisa Virna Toppi – da cui abbiamo estratto 8 movimenti. Ciò che è nato è qualcosa di davvero interessante e particolare. Ognuno di noi ha la possibilità di ballare e vivere in scena qualcosa che riflette  un momento reale della propria vita.

Per me è stato davvero un privilegio essere scelto per questa coreografia e danzare partendo da alcuni passaggi chiave della mia vita rende tutto ancora più speciale: il giocare con una macchinina e la nascita di un figlio, ma anche la perdita di una persona cara…” ha proseguito Antonino Sutera.

Obiettivo in questo senso di Aszure Barton è che il pubblico si riconosca nella coreografia, nel richiamo di un momento della propria vita. Non lo definisce un balletto narrativo, quanto piuttosto un paesaggio emotivo.

 

Accanto alla nuova creazione Mahler 10, il pubblico potrà ammirare due pietre miliari della danza: Petite Mort di Jiří Kylián e Bolero di Maurice Bejart. Il primo è uno dei grandi capolavori di Kylián: una coreografia molto delicata realizzata su commissione del Festival di Salisburgo nel 1991 in occasione del secondo centenario della morte di Mozart. Protagonisti sono “sei uomini, sei donne e sei fioretti, che hanno la funzione di essere veri partners danzanti e talvolta di sembrare meno indisciplinati e ostinati di un partner in carne e ossa” [note di sala].

 

Fiandra, Manni e Arduino durante le prove di Petite Mort.

 

Nel ritorno del Bolero di Bejart sul palcoscenico scaligero vedremo ballare sul tavolo rotondo anche l’Étoile Roberto Bolle: “Sono molto felice e devo ringraziare il Direttore Olivieri perché erano anni che desideravo cimentarmi in questo ruolo che considero davvero unico e che non avevo mai avuto occasione di interpretare.

La prima volta che vidi la coreografia fu nel film con Jorge Donn e credo che la sua interpretazione sia insuperabile. Personalmente (sorride guandando Virna Toppi e Martina Arduino, in scena entrambe per due recite, rispettivamente 25 marzo e 7 aprile – 13 e 27 marzo) trovo che l’interprete maschile riesca a dare qualcosa di più. Però una delle cose meravigliose di questa coreografia è che, uomo o donna che sia, chi danza su quel tavolo diventa una sorta di entità, qualcosa di sensuale e animalesco, di aggressivo e artistico allo stesso tempo. Anche nei balletti di Roland Petit ci sono sensualità ed emotività marcate, ma sono personaggi: qui è diverso, è qualcosa di unico.

Ed essere su quel tavolo, ad un livello più alto dal palcoscenico, quasi si stesse celebrando un rituale, cambia la relazione con lo spazio, con il teatro, con il pubblico. Nonostante io abbia ballato tanti ruoli, qui scopro qualcosa di nuovo. Per questo sono contento di interpretarlo per 5 recite: avrò la possibilità di entrare ogni volta di più all’interno di questo ruolo così speciale.

Martina Arduino.

Abbiamo lavorato molto, siamo stati a Losanna con Gil Roman e abbiamo provato anche con Elisabet Ros (in scena al Teatro alla Scala il 29 marzo, ndr). Questa coreografia richiede attenzione perché sono 15 minuti in crescita: è difficile dal punto di vista fisico, ma anche artistico perché il rischio è di “sporcare” il movimento con l’aumentare della fatica. Occorre equilibrio“.

Molto emozionati ed entusiasti anche gli altri artisti scaligeri impegnati in Bolero.

Virna Toppi: “Ho visto molti video, con diversi interpreti, e in ognuno ho visto caratteristiche diverse: ho cercato di cogliere qualcosa da ognuno per farlo più mio!“.

Martina Arduino: “È una bellissima occasione, un ruolo unico e ballarlo oggi è meraviglioso. Credo che ognuno abbia un modo personale di interpretare il Bolero…il mio? Lo vedrete!“.

Gioacchino Starace: “L’energia và davvero gestita al meglio per arrivare alla fine e non è così facile perché quando sali su quel tavolo in scena, ancor di più rispetto alla sala prove, cambia tutto. Modelli? Jorge Donn e Luciana Savignano: vorrei cercare di avere quella sensualità così forte!“.

 

Per scoprire tutti i cast degli spettacoli, clicca sul link qui sotto:

Mahler 10 / Petite Mort / Boléro: ecco tutti i cast del Trittico al Teatro alla Scala

 

 

 

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