Grande repertorio in scena dall’est: ma è tutto di qualità?

da tuttoDanza
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In questi ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio proliferare di Compagnie provenienti dall’est, come se scrivere in locandina “Mosca” o “San Pietroburgo” fosse garanzia di quell’alta e tanto blasonata scuola russa. Ma siamo sicuri che sia sempre così?

Da quel che ci è capitato di vedere non sempre, anzi in molti casi si tratta di gruppi raccogliticci, creati proprio per effettuare tournée estere.

Come riconoscerli? Banalmente basterebbe una visita al sito, semmai ci fosse perché spesso non esiste proprio… Ma vi pare che cercando una compagnia fondata trent’anni fa e formata dai “migliori danzatori sul mercato, tutti provenienti dalle più importanti accademie russe” non si trovino informazioni se non un sito semi fasullo e generico, nonché in lingua italiana? Dunque non bisogna assolutamente soffermarsi alle locandine e alle pubblicità, dubitando sull’autenticità di compagnie delle quali non esistono in rete siti ufficiali e informazioni.

Curioso come in uno dei tanti “Balletto di San Pietroburgo” in tour in Italia, ci siano artisti come Skorik, Ruzimatov, Osipenko, fino a Michail Barišnikov e Julia Machalina… mai visti tanti casi di omonimia o quasi in una sola compagnia…!

Carpire la buonafede del pubblico che, convinto di assistere ad uno spettacolo i cui biglietti sono adeguati all’alto livello pubblicizzato e cioè quello di una compagnia formata da veri professionisti, non ci pare propriamente corretto… Tantomeno comprendiamo il mettere in scena allievi delle scuole italiane per i sopracitati grandi corpi di ballo, utilizzando quale specchietto per le allodole la coppia principale, l’unica proveniente da qualche prestigioso Teatro.

Forse un po’ più di rispetto per il pubblico sarebbe auspicabile, anche da parte di quei direttori dei teatri dove queste compagnie si esibiscono i quali si chiamano fuori dalla questione segnalando che per loro “si tratta di un affitto sala”. Ma, cari direttori, la brutta figura la fa anche il vostro teatro perché il pubblico viene da voi e non sa cosa c’è dietro. Dunque, non sarebbe forse meglio rinunciare all’affitto di un giorno e salvare la propria faccia?

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