Oggi, 27 marzo 2019, è la Giornata Mondiale del Teatro, un giorno dove grandissimi artisti, da Jean Cocteau a Dario Fo, si sono espressi sul profondo valore che ha l’arte teatrale nella nostra cultura. Un’arte che tutti noi dobbiamo difendere, in tutte le sue meravigliose sfaccettature. Parlando della situazione all’interno dei confini italiani tuttavia, si può oggettivamente constatare che negli ultimi anni una delle arti teatrali sta vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia: LA DANZA.
“Una crociata, una jihad, una soluzione finale, una eliminazione dei paria, dei fuori casta, degli intoccabili, degli impuri.
Cosa cavolo sta succedendo in Italia? Che cosa vi hanno fatto i ballerini? Abbandonati da tutti, ignorati da tutti, esclusi da tutto.”
Queste sono le parole di Luciano Mattia Cannito, coreografo e regista che si sta battendo da anni a difesa dell’arte tersicorea in Italia.
Parole che sposiamo in toto e che vi riportiamo qui di seguito per intero: se anche voi amate la danza, condividete questo articolo tra i vostri amici, sulle vostre bacheche e profili social, aiutateci a far arrivare questo messaggio al maggior numero di persone.
DOBBIAMO DIFENDERE LA DANZA!
“Addirittura Alberto Angela in una lunga e dettagliata trasmissione sul Teatro San Carlo di Napoli, sulle reti RAI, ha totalmente omesso l’esistenza del suo Corpo di Ballo e della sua Scuola di Ballo che è la più antica d’Italia. La storia del balletto del San Carlo ha coinciso per quasi due secoli con la storia della danza mondiale. Carlo Blasis, Salvatore Taglioni, Fanny Cerrito, Fanny Essler, Carlotta Grisi, Carla Fracci, Nureyev…
Nulla. L’Alberto nazionale non l’ha neppure citata. La danza al San Carlo non esiste…
E ora, reggetevi forte, eccone un’altra.
I ballerini abbandonati anche dai sindacati. Giuro! Non sto scherzando. I sindacati!! Non da uno o due.
Abbandonati da tutte le sigle sindacali congiunte e riunite con il Ministro della Cultura Bonisoli.
Insieme hanno discusso e trattato soluzioni di miglioramento delle condizioni del precariato e delle future assunzioni del personale tecnico e dei musicisti e coristi delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e hanno dimenticato che erano lì anche a rappresentare tutti i loro iscritti ballerini, che hanno invece totalmente ignorato. Quello qui pubblicato è il documento ufficiale dell’incontro con il Ministro Bonisoli, eletto del Movimento 5 Stelle, dove uno vale uno, ad esclusione dei ballerini che a quanto pare valgono zero. Questo documento è stato firmato da tutte le sigle sindacali che hanno evidentemente e clamorosamente mancato al loro dovere deontologico, storico, umano e sociale di tutelare gli interessi di tutti i loro iscritti e non solo di quelli che hanno le spalle politicamente più forti.
Il sindacato è nato ed esiste per difendere i più deboli e in questo momento non c’è una categoria artistica più debole di quella dei ballerini, che si chiamano anche danzatori, tersicorei e duecento altri nomi, ma a quanto pare non esistono.
Corpi di ballo delle Fondazioni Lirico Sinfoniche chiusi senza rendere conto al Ministero che dovrebbe tutelare e preservare la tradizione culturale di musica e balletto. Corpi di Ballo ancora in piena attività trattati come se fossero chiusi, interpellanze parlamentari e al Senato ignorate come se fossero pesci d’aprile, audizioni presso commissioni cultura, petizioni firmate da decine di migliaia di persone…
Tutto ignorato. I ballerini non esistono.
Questo documento firmato da Emanuela Bizi della SLC-CGIL, Giovanni Pezzini della FISTeL- CISL, Giovanni Di Cola della UILCOM-UIL, Enrico Sciarra della FIALS-CISAL, rappresenta uno dei più gravi autogol della recente storia del sindacato italiano. Quando ce ne avevano parlato non volevamo crederci. Poi lo abbiamo letto e ci è venuto da piangere. Ci siamo sentiti feriti nella dignità, nel rispetto della scelta di vita e mortificati come persone e come artisti.
I sindacati hanno poi corretto il tiro con una lettera di ringraziamento al Ministro per l’incontro avuto. La lettera successivamente inviata unitariamente dalle segreterie nazionali al Ministro Bonisoli (poco più che una toppa imbastita alla meno peggio) è stata evidentemente scritta a seguito delle innumerevoli, incredule, richieste di chiarimento. Questa seconda lettera accenna in un trafiletto, dopo avere ringraziato ancora una volta il Ministro per l’incontro precedente (testualmente) “le poniamo inoltre la richiesta di comprendere tra gli aventi diritto anche le altre categorie artistiche dei tersicorei e dei maestri collaboratori”.
Capito?
Dunque i tersicorei e i maestri collaboratori non sono aventi diritto? Il contratto nazionale per loro non esiste? Cari ballerini e maestri collaboratori, ricordate che se anche avete superato più di due audizioni e se lavorate come precari da anni nei teatri, non avete alcun diritto.
Cancelliamo dunque tutte le liste di aventi diritto di tersicorei e maestri collaboratori. Non valgono nulla. È il sindacato che lo afferma chiedendo umilmente al Ministro di voler nella sua magnanimità “comprendere tra gli aventi diritto anche i tersicorei e maestri collaboratori…”.
Comunque, per amore di chiarezza, il primo documento (quello qui pubblicato) è un comunicato ufficiale e unitario dei sindacati emesso a seguito di un incontro con il Ministro Bonisoli e pertanto verbalizzato, ufficializzato e resterà agli atti. Il secondo è una letterina di ringraziamento.
Ora non è che perchè siamo ballerini e maestri collaboratori siamo anche fessi.
Però inesistenti, si.
Inesistenti. Siamo inesistenti. La nostra vita è considerata di serie B, è considerata non degna di essere neppure menzionata in un incontro con il nostro Ministro referente.
Inesistenti.
Eliminiamo tutti i balletti dai teatri italiani.
Eliminiamo tutti gli spettacoli di danza in Italia. Vediamo cosa ne pensa il pubblico, che ne dite?
Eliminiamo le 20 mila scuole di danza e sottraiamo ai 2 milioni di giovani italiani la passione dello studio della disciplina artistica della danza.
Vediamo cosa ne pensano i nostri ragazzi, che ne dite?
Vediamo cosa ne pensano i genitori dei 2 milioni di ragazzi. Che ne dite?
Eliminiamo la danza, tanto non esiste.
Grazie. Davvero grazie di cuore. State facendo del male ai nostri giovani.
Grazie sindacati nazionali, grazie Ministro Bonisoli, grazie Sovrintendenti delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, grazie Mibac, grazie Presidente del Consiglio, grazie Presidente della Repubblica.
Sono giovani, sono fragili, ma non sono stupidi.
E sono tanti, tantissimi. Sanno usare benissimo i social e sapranno sicuramente condividere le informazioni di chi si prenderà cura di loro.
Oggi, abbandonati da tutti, non possono difendersi, ma inizieranno a condividere sui social a tappeto, su Instagram, Facebook, YouTube, WhatsApp, i nomi e i cognomi dei politici, sindacalisti e tecnici delle istituzioni che si prenderanno cura dei ballerini e di quelli che non lo faranno. Dai 14 anni in su faranno campagne social a tappeto perchè non hanno accesso ai mezzi di comunicazione dei “grandi” che li tagliano fuori e li rendono invisibili, mentre i nostri grandi numeri della danza li hanno trasferiti allo sport facendoci passare per 2 milioni di atleti di danza sportiva dilettantistica.
Sono giovani, sono fragili, ma nello stesso tempo fortissimi e invincibili.
La loro forza è stata finora solo quella della passione e dell’arte.
Ora è il tempo di usare quella dei grandi numeri.
Uniamoci tutti.
Individuiamo coloro che combatteranno questa battaglia con noi e sosteniamoli con decisione indipendentemente dalla loro appartenenza partitica.
Non ci fideremo mai più di promesse elettorali, ma solo di fatti e documenti ufficiali.
Il furore del riscatto della dignità dei danzatori avrà inizio. Ormai siamo troppi da troppo tempo ignorati. Inizieremo a lottare da oggi stesso e fino alle prossime elezioni. Qui non ci sono piattaforme Rousseau. Faranno letteralmente volare le informazioni sui social come solo i giovani sanno fare.
Cari adulti, questi sono ragazzi che smanettano come i grandi neppure riescono a immaginare. Si riprenderanno quello che è stato loro sottratto e gli spazi che spettano loro di diritto!
I ballerini italiani sono stufi di fare gli emigranti in giro per il mondo quando a loro appartengono i più bei teatri che esistono, che sono qui, nel nostro Paese, accanto ai propri cari ai propri amici alle proprie famiglie. Si riprenderanno con furore quello che altri hanno loro sottratto senza diritto di farlo. E lo faranno con determinazione, passione e con tutta la potenza e la consapevolezza della giovinezza a cui appartiene il mondo del domani.“