Il Lago dei Cigni al Circo Massimo per il Teatro dell’Opera di Roma.
Il Teatro dell’Opera di Roma, nella splendida cornice del Circo Massimo, per la stagione estiva 2021, ha proposto il capolavoro dei balletti di repertorio: “Il Lago dei cigni”. Sulle musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij il balletto si è rivelato fedele alla tradizione, così come prevede la partitura di Petipa e Ivanov, non ha tralasciato l’aspetto magico della vicenda fiabesca, integrando elementi nuovi nella dimensione narrativa.
La versione proposta da Benjamin Pech, che avevamo già avuto modo di vedere al Teatro dell’Opera nel 2018, rappresenta una delle ultime rielaborazioni coreografiche offerte al pubblico nel corso del tempo, basti ricordare le versioni di tanti coreografi famosi da Diaghilev a Sergeev, da Balanchine a Grigorovic, da Nureyev a Cranko, da Mats Ek a Roland Petit e così via.
Nella rilettura di Pech il “Lago dei cigni” diventa la storia del suo protagonista Siegfried, con la precisa intenzione di dare risalto al ruolo maschile, sacrificato nei balletti di repertorio, poi valorizzato nella versione di Nureyev e qui proposto in scena per gran parte dell’azione coreografica. Ma la rilettura di Pech ha introdotto anche altre novità come quella di attribuire un ruolo diverso per il personaggio di Benno, l’insospettabile amico di Siegfried, che in questa versione, incarna il Male, avendo il ruolo del cattivo mago Von Rothbart, avido di potere, geloso e artefice del terribile inganno che conduce alla trasformazione della principessa in cigno.
Riguardo la dimensione narrativa la riflessione effettuata dallo stesso coreografo non consiste solo nel riproporre il tema della donna-cigno, implicito nella trama stessa, ma, come afferma lui stesso:
“il tradimento diventa il tema centrale di questa mia versione: si compie ad opera di Benno nei confronti del Principe, e del Principe nei confronti di Odette pur senza volerlo, ma alla fine il potere dell’amicizia prevale su tutto”.
In uno spettacolo di balletto grande importanza assume inoltre la dimensione esecutiva che, in questo caso, è stata affidata ai Ballerini del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera.
Tra i protagonisti principali vi è stata un’alternanza di ruoli così definiti.
Nel ruolo di Odette/Odile: Maia Makhateli il 22, 25 giugno /Alessandra Amato 26 giugno, 1luglio /Susanna Salvi 30 giugno /Rebecca Bianchi 2 luglio; nel ruolo del Principe Siegfried: Semyon Chudin 22, 25, 30 giugno /Claudio Cocino 26 giugno, 1luglio /Michele Satriano 2 luglio.
Difficile valutare le diverse interpretazioni anche perché questo comporterebbe una visione attenta di ogni esecuzione che è originale e unica per ogni interprete. Eppure un balletto come “Il Lago dei cigni” è talmente ricco di virtuosismi, di passi di elevata difficoltà tecnica, di pas de deux impegnativi, di passi d’insieme di grande precisione che è doveroso ricordare la necessaria tecnica e le abilità interpretative che occorre avere per affrontarne l’esecuzione e che ogni Corpo di Ballo ha in repertorio.
Lo spettacolo si è svolto all’aperto e si è avvalso di immagini e animazioni digitali di Ignasi Monreal che hanno sostituito le scenografie a cui siamo abituati nelle rappresentazioni nei teatri lirici. Gli effetti, unitamente alle luci affidate a Vinicio Cheli, talvolta di forte intensità cromatica, sono risultati efficaci e adeguate all’insieme scenico. Ai colori dominanti tra cui spicca la contrastante alternanza del bianco e nero nelle scene della visione notturna nella seconda parte del balletto, si sono affiancate molte tonalità cromatiche, riprese anche dai costumi di Aldo Buti.
Le bellissime musiche di questo balletto, diretto da Andriy Yurkevych, rimandano alla nota partitura ordita finemente per esaltare le variazioni di intensità drammatica, in linea con la tragicità della storia.
E’ bello ritornare a vivere le emozioni che solo questa nobile arte riesce a dare e la speranza rimane quella di riprendere davvero a riempire i teatri di giovani che sappiano comprendere le potenzialità espressive insite in ogni linguaggio coreografico dal più semplice al “balletto dei balletti” come appunto “Il lago dei cigni” e la proposta del Teatro dell’Opera rimane quindi un coraggioso esempio di ripresa.
Roberta Cauchi