Atmosfere suggestive per “Notre Dame de Paris” del Balletto di Milano al Teatro Olimpico di Roma
Il Balletto di Milano, nella tappa del tour nazionale al Teatro Olimpico, per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana, ha fatto “centro”, con una produzione che è stata accolta favorevolmente e calorosamente dal pubblico romano.
La compagnia ha portato in scena il balletto “Notre Dame de Paris”, firmato dal coreografo francese e liberamente ispirato al romanzo di Victor Hugo.
La vicenda si svolge in una Parigi medievale, snodandosi con azioni principali e secondarie, sia dentro la cattedrale, sia per le vie della città. Quattro i personaggi principali: Quasimodo, Esmeralda, Frollo e Phoebus che alternano passioni, gelosie, odio e amore. L’opera letteraria è ricca, infatti, di spunti e di argomenti attuali ed è scelta nelle diverse produzioni teatrali (se pensiamo alla versione di Roland Petit per il teatro dell’Opera di Roma o al musical di Riccardo Cocciante) per contenuti e topoi archetipici. In questo contesto il personaggio di Quasimodo, il campanaro gobbo e deforme, innamorato di Esmeralda, la bella gitana, porta alla luce un mondo particolarmente difficile, fatto di emarginazione, di prevaricazione e di amori impossibili. Ma, tornando alla danza, il personaggio di Quasimodo del coreografo Delattre è risultato intenso, malinconico e sensibile al tempo stesso. Il ruolo è stato interpretato da Mattia Imperatore e, per la prima volta, da Emanuel Ippolito, danzatore che ha mostrato di possedere le qualità per affrontare una parte tecnicamente difficile, tra pose in disequilibrio e viso coperto da una maschera ingombrante. In scena, accanto a Quasimodo, gli altri personaggi: la bella Esmeralda, sensuale ma vittima (interpretata alternativamente da Alessia Sasso/Gioia Pierini e Amanda Hall); Frollo, arcidiacono di Notre Dame, falso e diabolico (interpretato da Alberto Viggiano/Etienne Poletti); Phoebus, capitano delle guardie, imponente e innamorato, (interpretato da Alessandro Orlando/Davide Mercoledisanto); Fleur de Lys (interpretata da Giusy Villarà). La ricerca musicale, affidata a Davidson Jacovello ha unito brani di Ravel, Rossini, Verdi, Minkus in un ensemble variamente ritmico, mentre i costumi sono stati affidati a Federico Veratti.
Le coreografie del balletto hanno condotto lo spettatore per luoghi dalle atmosfere ora sacre ora profane. La cattedrale di Notre Dame, è stata riprodotta sullo sfondo attraverso le proiezioni scenografiche di René Zensen, definendo la verticalità dello spazio architettonico reale, strutturalmente alleggerito e sviluppato verso l’alto. Ma senza i popolani in festa (Paloma Bonnin, Annarita Maestri, Hiroki Inokuchi, Luca Novello) che nel loro insieme sono espressione, drammaticamente reale di chi è rifiutato dalla società, l’opera non sarebbe stata autenticamente fedele al testo originario. Il popolo accoglie chi è in difficoltà ma, nello stesso tempo, è capace di condannare, denigrare o acclamare chiunque in un impeto di passioni che si impongono.
Nel complesso i danzatori hanno tutti dimostrato di possedere una forte tecnica, unita ad una dinamicità e fluidità di movimento dalla matrice classica intrecciata con elementi di danza moderna. Linee verticali e passioni terrene hanno disegnato una mise en scene dalle forti suggestioni, in uno slancio dove l’amore ha assunto sfaccettature nuove, in una visione tragica e tormentata. Lo spettacolo proseguirà in tournée insieme con altre produzioni del Balletto di Milano che si conferma come una delle poche compagnie italiane di danza riconosciuta per la professionalità e presente nei palinsesti dei teatri internazionali.
Roberta Cauchi