La sinfonia pastorale dei poveri: La Fille mal Gardée al Teatro dell’Opera di Roma

da tuttoDanza
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la fille mal gardée

Il Teatro dell’Opera di Roma ha messo in scena, nel mese di maggio, uno dei più antichi e conosciuti balletti del repertorio della danza classica “La Fille mal Gardée” di Jean Dauberval, nella versione del grande maestro inglese Frederick Ashton, ripresa da Jean Christophe Lesage, con scene e costumi di Osbert Lancaster, musica di Ferdinand Hérold, e direzione musicale di Philip Ellis.

Lo spettacolo presentato al pubblico romano, La Fille mal Gardée, riproduce fedelmente il carattere gioioso, l’ambientazione contadina, la semplicità popolana dello storico balletto. L’étoile del teatro dell’Opera di Roma Rebecca Bianchi e Daniil Simkin, Principal Dancer all’American Ballet Theatre e allo Staatsballett Berlin, hanno interpretato i ruoli principali di Lise e del giovane contadino Colas, unendo tecnicismo ed interpretazione comica con equilibrio, grande abilità ed eleganza. 

A completare il quadro dei personaggi principali, il ruolo en travesti della vedova Simone interpretato da Giuseppe Depalo, ha fatto sorridere lo spettatore con il suo ruolo di carattere; infine, il personaggio di Alain, interpretato da Mike Derrua,  con la sua grottesca comicità, ha completato una coreografia da considerarsi come un vero e proprio classico del repertorio.  

Il balletto nasce da una partitura piuttosto semplice, una storia d’amore tra la giovane e borghese Lise e Colas un povero contadino. Dalla madre che sogna per lei un futuro migliore, la ragazza era stata promessa al figlio di un ricco vignaiolo. Il contratto di matrimonio, però, non va a buon fine perché, dopo una serie di tentativi, la figlia “mal guardata”, accoglie il suo innamorato in casa e, colta di sorpresa, farà andare in fumo il matrimonio ufficiale, per coronare il suo sogno d’amore. 

Accanto all’esile trama, però, sono presenti numerosi momenti di danze vivaci dai tratti popolari, pantomime comiche e caratterizzazioni dei personaggi che rimangono impresse anche allo spettatore meno preparato. E così l’alternarsi di scene divertenti e scene raffinate danno vita ad uno spettacolo gradevole e di facile fruizione, a cominciare dalla scena dell’aia in cui quattro galline e un gallo danzano allegramente, indossando ricchi e colorati costumi. 

Seguono altre scene rimaste nella tradizione e largamente riproposte: la variazione del nastro di Lise, o il pas de deux de Ruban con il nastro e il bastone; le spettacolari variazioni di Colas, le danze dei contadini, il gioco di nastri che compongono i raggi di una giostra policroma; la danza degli zoccoli della Vedova Simone con le ragazze che l’accompagnano e l’ultimo pas de deux ricco di intensi tecnicismi.  

© photo Fabrizio Sansoni | Opera di Roma

Sul palcoscenico romano, insieme al Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e ai già citati interpreti, si sono esibiti nelle diverse serate, nei ruoli principali: Federica Maine, Susanna Salvi, Alessio Rezza, Simone Agrò, Michele Satriano, Andrea Forza, Damiano Mongelli, Walter Maimone, Giovanni Castelli.

La presenza di un ballerino come Daniil Simkin, interprete di numerosi ruoli classici e neoclassici nei palcoscenici di tutto il mondo, ha contribuito a dare una nota d’internazionalità che l’intero corpo di ballo romano ha saputo ben incorniciare in un gioco divertente, una “sinfonia pastorale dei poveri”, seguendo le parole di Frederick Ashton.

Roberta Cauchi  

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